Un ingegnere areospaziale e un ingegnere meccanico wannabe, e delle sedie da riparare.

"Perché se il mondo intero è la sua casa, B. è il suo rifugio.
E nel suo rifugio c’è posto per il mare al mattino e per i denti affondati nelle nespole fino a sentirne il succo colare sul mento, e c’è posto per il lieve fruscio dei libri sfogliati da suo padre, e per le notti di brezza e finestre spalancate e per le passeggiate caldissime all’ora di pranzo fra i cespugli di rosmarino del giardino".
[Storia partecipante alla challenge "Le leggi del caso" organizzata da RosmaryW sul forum "Ferisce la Penna]

Anita è una studentessa di 16 anni che vive un profondo disagio sociale e se ne sta fin troppo spesso per conto proprio. Completamente sola, all’inizio del terzo anno, si trasforma nella vittima perfetta di un gruppetto di bulli che la vessa con dispetti e insulti di ogni genere. Il peggiore fra tutti, secondo Anita, è Stefano: un ragazzo scaltro e intelligente che sa usare fin troppo bene le parole, cosa in cui anche lei è brava! Qualsiasi altra persona, al posto di Anita, si sarebbe lasciata avvilire da questa situazione, ma non lei, poiché non si sente affatto sola, c’è il suo migliore amico a darle man forte: ȾhunderWhite! Un ragazzo con cui chatta ormai da tempo e che ha conosciuto in rete, su un sito per giovani scrittori come lo sono loro! Sebbene vivano nella stessa città, Torino, non si sono mai incontrati di persona, fin quando ȾhunderWhite non sente il desiderio di vederla dal vivo...
Questa storia partecipava alla challenge “Gruppo di scrittura!” indetta da Severa Crouch sul forum “Writing Games - Ferisce più la penna” - aggiornamenti ogni 15 giorni.

Elaborare la delusione è difficile, c’è solo una domanda: “Perché?”.
Vivo stati d’animo diversi e contrapposti, dal desiderio di recuperare quello che c'era, al rancore, e ancora, un senso di vuoto.
Le mie aspettative sono state deluse e ora mi sento vulnerabile e fragile.
Come posso fidarmi ancora?

[sequel della precedente one-shot, POV 1° persona, epistolare | mitologia giapponese, indù, demoni, etc. | rating provvisorio, potrebbe cambiare]
dal primo capitolo:
❝Per noi che siamo demoni nati e cresciuti qui e per metà kitsune, è una fortuna riuscire a cambiare paese in giro per gli inferi. È un po’ più difficile per chi proviene da un altro mondo, i demoni mangiano gli umani e attaccano chi non è originario di qui. Non sopporto queste discriminazioni, ma sfortunatamente ci posso fare ben poco.❞

Questa storia altro non è che una piccola raccolta di "pagine di diario"; rappresenta il mio modo di affrontare, pezzetto dopo pezzetto, il dolore per aver detto troppo presto addio al mio papà.
Ho scritto di getto alcuni pensieri, alcuni ricordi; ma anche qualche piccola conquista. Perché, in fondo, la tristezza immensa che provo oggi è solo una misura di quanto l'ho amato in questi ventotto anni.

Leonard, Nikilaus e il loro dolore, il loro sconforto e anche il loro amore.

Isabella ha quarant'anni e una lunga serie di delusioni alle spalle.
Una mattina di dicembre, tra Natale e Capodanno, ritorna nella città dove aveva passato le vacanze invernali l'anno precedente, decisa a risolvere una delicata situazione personale.
✠ Storia partecipante al contest "Una storia di vendetta" indetto da inky_clouds e elli2998 sul Forum di EFP.
✠ Storia partecipante alla "Challenge a tempo" indetta da rya_2 sul Forum Ferisce la Penna.

 Il Karma esiste. Tutti pagheremo le conseguenze delle nostre azioni. In vita, su questa terra, perché siamo uguali e deboli allo stesso modo.
E se il cattivo fosse il protagonista?
●La Superbia: Non avrai altro Dio all’infuori di me. Questo è il mio motto, lo conoscono tutti, ormai.
●L’Invidia: Se non può essere solo mio, non sarà mai di nessuno. Questo è il motto, lo conoscono tutti, ormai.
●La Lussuria: Lasciate ogni speranza voi che entrate. Questo è il mio motto, lo conoscono tutti, ormai.
●L’Accidia: Lascio fare tutto agli altri. Questo è il mio motto, lo conoscono tutti, ormai.
●L’Avarizia: Lo voglio e lo prendo. Questo è il mio motto, lo conoscono tutti, ormai.
●La Gola: Non divido niente con nessuno. Questo è il mio motto, lo conoscono tutti, ormai.
●L’Ira: Nessuna pietà, questo è il mio motto. Non lo conoscerà nessuno, ormai.
Avvertenze: Questa raccolta contiene scene e descrizioni che non sono adatte a tutti i tipi di lettori. In particolare troverete: violenza, omicidio, aggressione fisica, maltrattamenti e deviazioni sessuali alquanto disturbanti. Considerate bene se leggere. Grazie.

Cos'ho mai visto in quel vetro? Era la realtà? Ora so che non lo era. Che tu non eri ciò che speravo. E' una breve storia, questa, che avevo dentro da tanto tempo, ma che soltanto adesso ho avuto la forza e il coraggio di far uscire dal mio cuore. Mi piace pensare che anche la vita sia come una stazione con tanti treni che partono e arrivano, e con tante esperienze da cogliere o da lasciar andare.

Il ritardo della primavera

Il dolore fa più male dopo aver conosciuto l'amore.
Ginevra, diciassettenne romana, ne è convinta e, da sempre rinchiusa nella sua gabbia di considerazioni distorte di sé, usa l'autolesionismo per punirsi e frenare il desiderio e i sentimenti che prova per Damien, famoso attore americano molto più grande, col quale si troverà a condividere mesi di prove di canto per una serata di beneficienza.
Riuscirà a non perdere il controllo che si impone, nonostante Damien glielo renda quasi impossibile?
Tra leggerezza e sofferenza, amicizie e passione, solo alla fine capirà cosa sarà meglio per lei.

[Partecipante alla "500themes_ita" col prompt 294, ossia "Caduta di un'anima".]
Questa breve storia mi è stata ispirata dal racconto di un evento traumatico accaduto ad un mio parente.
Ho provato a immaginare i pensieri di un suicida, dopo una diagnosi infausta.

A volte bisogna capire quando è arrivato il momento di fermarsi, lasciare le cose inutili da parte e vivere la vita nel pieno della sua bellezza.

«E spero con tutto me stesso che tu non legga mai queste parole.»